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Storia

Da sottolineare è anche il rapporto intessuto con l'imperatore Federico Barbarossa.
Fino dalla sua prima discesa in Italia, l'abate di S. Pietro si schierò dalla parte dell'imperatore, posizione che rimase ferma anche dopo le decisioni prese nella dieta di Roncaglia.
L'abate, infatti, si schierò dalla parte dell'imperatore scismatico, nel tentativo di sottrarsi al vassallaggio degli arcivescovi di Milano.
Con un diploma del 27 aprile 1162, tutti i possedimenti dell'abbazia vengono dichiarati esenti da ogni contribuzione e soggetti solo all'imperatore ed all'abate.
Con la vittoria di Legnano, del 1176, viene però ripristinata la situazione iniziale: il monastero di Civate torna sotto la giurisdizione arcivescovile.
Da questo momento in poi, in particolare a partire dal XIII secolo, col sorgere degli ordini mendicanti e con l'evolversi stesso della società, il monastero di Civate vide i primi bagliori della sua decadenza.

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